venerdì 21 ottobre 2016

L'alfabeto georgiano.


 

Gli alfabeti georgiani (in georgiano: ქართული დამწერლობა?, kartuli damts'erloba; letteralmente scritti georgiani) sono i tre sistemi di scrittura attualmente utilizzato per scrivere la lingua georgiana, oltre ad alcune lingue cartveliche prive di propria tradizione letteraria quali il mengrelio, lo svano, il lazo, ed occasionalmente altri linguaggi del Caucaso quali l'osseto e l'abcaso durante gli anni quaranta. La lingua georgiana ha una ortografia fonemica e l'attuale alfabeto consta di trentatré lettere; originariamente ne aveva di più, ma alcune sono divenute obsolete (vedi caselle scure della tabella).
La parola "alfabeto" (in georgiano: ანბანი, anbani) deriva dall'unione dei nomi delle prime due lettere dei tre alfabeti georgiani; questi risultano molto differenti fra di loro, ma condividono lo stesso ordine alfabetico La lingua georgiana è scritta da sinistra a destra ed è ufficialmente un alfabeto unicamerale (presenta cioè un unico carattere e non distingue tra maiuscolo e minuscolo).
 
 
Cronaca georgiana (VII secolo) asserisce che questi alfabeti furono inventati sotto il regno di Farnabazo I d'Iberia (299-234 a.C.), in un periodo di forte influsso culturale greco dal vicino stato seleucide.
I ritrovamenti epigrafici più recenti avvalorano una datazione del primo alfabeto georgiano anteriore alla cristianizzazione. A Nek'resi (Kakheti), sono state rinvenute cinque iscrizioni che sono state datate al I-III secolo su base paleografica. Altri documenti appartenenti allo stadio più antico dell'alfabeto georgiano sono le iscrizioni musive nei monasteri georgiani della Palestina, l'iscrizione della chiesa di Bolnisi del V secolo[6], e alcune righe su palinsensti del V-VI secolo contenenti testi biblici.
 
Sebbene la Georgia nel periodo di formazione dell'alfabeto si trovasse sottoposta a influenze culturali diverse, è indubbio che l'alfabeto greco è quello che ha avuto l'influsso più profondo, tanto che nella sua prima stesura, l'alfabeto georgiano conteneva lettere corrispondenti a suoni della lingua greca inesistenti in georgiano.
Altri sistemi di scrittura rimasero comunque in uso in Georgia. Verso la metà del II secolo, la principessa Serapita fece erigere una stele bilingue greco-aramaica a Mtskheta, in cui è utilizzata una varietà di scrittura aramaica tipica della Georgia, chiamata armazi.
I documenti più antichi furono redatti con una scrittura chiamata asomtavruli (ასომთავრული), ovvero maiuscola, in quanto composta di sole lettere maiuscole, tutte della stessa grandezza. Questa scrittura, detta anche mtavruli o mrglovani, fu l'unico sistema in uso fino al IX secolo, quando fu affiancato dalla scrittura nuskhuri (ნუსხური). Il nuskhuri è formato da sole lettere minuscole ed è decisamente più adatto alla scrittura su pergamena.
La prima iscrizione in nuskhuri data all'anno 835, ma questa forma di scrittura divenne di uso comune solo a partire dal X secolo. Esistono manoscritti in cui le due scritture di quel periodo (asomtavruli e nuskhuri) sono utilizzate insieme. Nel loro insieme, queste due forme furono definite khutsuri (ხუცური) nel XII secolo, ovvero scritture ecclesiastiche, quando emerse una terza forma di scrittura, chiamata mkhedruli (მხედრული), che è quella in uso ancora oggi. La Chiesa ortodossa della Georgia continua, tuttavia, ad utilizzare il khutsuri per i testi liturgici.
La prima versione per la stampa dell'alfabeto georgiano fu preparata dai missionari cattolici. Il primo libro stampato in georgiano è il Dittionario giorgiano e italiano di Stefano Paolini e Niceforo Irbachi, che vide la luce a Roma nel 1629 per i tipi della Sacra Congregatio de Propaganda Fide. La prima casa editrice georgiana fu invece fondata nel 1712 sotto il patronato del re Vaxtang VI, e per l'iniziativa di Sulxan-Saba Orbeliani.
Nel XIX secolo è da ricordare la riforma ortografica di Ilia Chavchavadze, che espunse cinque lettere divenute col tempo inutili.
Il disegno dei caratteri georgiani nel XX secolo annovera tra i suoi principali autori Anton Dumbadze, che diresse il Laboratorio tipografico di Tbilisi dal 1972. I suoi progetti sono ancora oggi utilizzati per la produzione della maggior parte dei font digitali.
 

giovedì 20 ottobre 2016

Inno nazionale della Georgia.


Georgia, la patria del vino...



 
Paese salito oggi alla ribalta nel mondo vinicolo, la Georgia è la culla della viticoltura mondiale, dove tutto ebbe origine. Nella cantina dell’istituto vinicolo di Tbilisi è stato infatti ritrovato il seme di uva più antico della storia, vecchio ben 7000 anni.

Dopo un percorso storico travagliato che - a causa delle varie invasioni, dell’impero sovietico e delle campagne contro l’alcol di Michail Gorbaciov - ha visto la viticoltura espandersi e contrarsi a fasi alternate, oggi il paese conta una superficie vitata di 70 mila ettari in totale, suddivisa in diverse regioni.

A nord-est, ai piedi del Caucaso, si trova la regione Kachétie, dove il clima moderato permette una produzione abbondante, che rappresenta circa il 70% del totale annuale. Al centro della Georgia si trova Kartli: qui le uve si sono adattate al clima caldo e secco. Al confine occidentale si trova l’Imeretie, regione protetta dai venti, mentre alla frontiera nord, a Ratscha-Letschchumi, prevalgono i vitigni autoctoni. L’ovest subtropicale produce soprattutto vini dolci per il mercato locale.

Grazie alla lunga tradizione viticola, la Georgia vanta oggi la presenza di ben 500 vitigni, di cui 38 sono autorizzati per la viticoltura. I più importanti sono: rkatsiteli, da cui si ottengono vini bianchi strutturati, secchi e tannici, mtsvane, uva da cui si elaborano vini bianchi con aromi minerali e fruttati, e saperavi, il vitigno per eccellenza per l’elaborazione dei vini rossi, profondi e strutturati, con uno stile simile a quello bordolese.

La particolarità dei vini georgiani è il processo di vinificazione, ancora legato alle tradizioni antiche: le uve sono fermentate senza diraspatura, a grappolo intero, e vengono stoccate in recipienti di argilla chiamati kwevri. I kwevri vengono sotterrati per avviare la fermentazione alcolica, che è preceduta quasi sempre da lunghissime macerazioni sulle bucce. Questo sistema favorisce il processo di ossidazione dei vini, oltre a conferire ai vini georgiani un profilo molto particolare, quasi unico: intenso e ricco, sia nel colore che nelle caratteristiche organolettiche.

Georgia: Kakheti, la culla del vino...


sabato 15 ottobre 2016

Brevi presentazione della Georgia...

La Georgia (in georgiano: საქართველო?, Sakartvelo) è uno Stato transcaucasico, affacciato sul Mar Nero e situato sulla linea di demarcazione che separa l'Europa dall'Asia, considerato, a seconda della definizione del confine tra i due continenti, come appartenente all'Europa orientale oppure all'Asia occidentale. Dal punto di vista storico-culturale la Georgia è tuttavia considerato un paese europeo. Già repubblica dell'Unione Sovietica, confina a nord e a nord-est con la Russia, a sud con la Turchia e l'Armenia, a sud-est con l'Azerbaigian, e a ovest col Mar Nero. Ha una popolazione di 4 989 000 abitanti e la sua capitale è Tbilisi.



I georgiani chiamano se stessi Kartvelebi (ქართველები), la loro terra Sakartvelo (საქართველო), e la loro lingua Kartuli (ქართული). Questi nomi derivano da un capo pagano chiamato Kartlos, considerato il padre di tutti i Georgiani. Il nome Georgia dato dagli stranieri, usato in larga parte del mondo, proviene dal greco georg – (γεωργ), che indica l'agricoltura.[11] Il termine è stato anche ricondotto al nome di San Giorgio (il santo patrono del paese), o a γεωργία (gheorghía, coltivata).[12] Il mondo antico ha conosciuto gli abitanti della Georgia orientale come Iberiani, dal regno caucasico di Iberia - confondendo così i geografi dell'antichità, che hanno pensato questo nome applicato soltanto agli abitanti della penisola iberica.

Dal punto di vista storico-culturale la Georgia è considerato un paese europeo, più controverso è se lo sia anche da un punto di vista geografico. Considerando la depressione del Kuma-Manych come confine tra Europa ed Asia, il territorio della Georgia ricadrebbe infatti nel continente asiatico, mentre nel caso si ponga tale confine lungo lo spartiacque caucasico oppure sulla linea dei fiumi Kura e Rioni, allora la maggior parte del territorio georgiano ricadrebbe anche in Europa. Molte importanti enciclopedie o pubblicazioni geografiche pongono la Georgia nel Continente europeo,[16][17] anche nel caso che si consideri una sua parte come Asia.

Il territorio dell'odierna Georgia è stato abitato con continuità fin dalla prima Età della Pietra. Durante il I millennio a.C. il territorio dell'attuale Georgia era occupato ad occidente, sul Mar Nero, dalla Colchide, la mitica terra del vello d'oro e, ad oriente, dall'Iberia. La prima menzione scritta delle tribù proto-georgiane risale al XII secolo a.C., mentre il primo regno unificato risale al IV secolo a.C.

Il Cristianesimo fu dichiarato religione di Stato nel 337 d.C. e la chiesa georgiana si proclamò autocefala, rendendosi autonoma dal patriarcato di Antiochia, già nel V secolo. L'età aurea dal punto di vista culturale, artistico, religioso e politico fu quella sotto la dinastia Bagration dall'XI secolo al XIII secolo, che fu interrotta dall'invasione dei Mongoli del 1223. Nei secoli successivi la Georgia, disintegratasi in vari staterelli, fu ripetutamente sottoposta alle invasioni rivali della Persia e della Turchia ottomana.

Nel 1783 il trattato di Georgievsk fu il primo tra uno Stato georgiano e l'impero russo; il 12 settembre 1801 quest'ultimo annesse la Georgia orientale e nel 1810 gli ultimi territori georgiani indipendenti, con la conseguente abolizione del patriarcato e dell'autocefalia della chiesa nel 1811. Nel 1878 tutti gli attuali territori georgiani facevano parte dell'Impero russo. Nel 1879 nasce a Gori, Josif Stalin, il quale segnerà la storia del suo paese, della Russia e del mondo intero.

In seguito alla prima guerra mondiale e alla rivoluzione russa, il 22 aprile 1918 l'élite nazionalista attiva dal 1890 e i menscevichi dichiararono l'indipendenza da Mosca formando con Armenia e Azerbaigian la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, con capitale Tbilisi, e il 26 maggio 1918 restaurarono lo Stato georgiano con il nome di Repubblica Democratica di Georgia; le elezioni furono vinte dai menscevichi guidati da Noe Zhordania.

Il 25 febbraio 1921 truppe sovietiche guidate dal georgiano Stalin diedero fine alla Repubblica, incorporando la Georgia all'Unione Sovietica nel 1922, nonostante una resistenza durata fino all'agosto 1924. Inizialmente parte della Repubblica socialista sovietica federativa transcaucasica, sempre con capitale Tbilisi, dal 1936 divenne autonoma come Repubblica socialista sovietica georgiana.

In seguito alla perestrojka, il 28 ottobre 1990 le prime elezioni libere del Soviet nazionale furono vinte dallo schieramento nazionalista. Rinata come stato indipendente dal dissolvimento dall'Unione Sovietica il 9 aprile 1991, in seguito al referendum del 31 marzo, che vide il 98,9% dei georgiani favorevole all'indipendenza, la Georgia ha adottato il nome di Repubblica di Georgia.

Con l'indipendenza georgiana si svilupparono conflitti separatisti nelle regioni dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud, autoproclamatesi indipendenti. Nel 2004 la Rivoluzione delle Rose ha portato al potere il presidente Mikheil Saakašvili, provocando al contempo un ulteriore allontanamento politico da Mosca. Nello stesso anno la Georgia ha cambiato il proprio nome ufficiale in Repubblica della Georgia.

I georgiani (inclusi mingreli, svani, laz e agiari) sono attorno all'83,8%, dell'attuale popolazione della Georgia che conta 4 661 473 individui (luglio 2006). Gli altri principali gruppi etnici includono gli azeri, che sono il 6,5% della popolazione, armeni – 5,7%, russi – 1,5%, abcasi e osseti. Anche altri numerosi piccoli gruppi etnici vivono nel paese inclusi assiri, ceceni, cinesi, ebrei georgiani, greci, kabardi, curdi, tatari, turchi e ucraini. In particolare, la comunità ebraica georgiana è una delle più vecchie comunità ebraiche del mondo.

La Georgia esibisce anche una significativa diversità linguistica. All'interno della famiglia delle lingue caucasiche meridionali sono parlati il georgiano, il laz, il mingreliano e lo svan. I gruppi caucasici meridionali diversi da quelli etnici georgiani parlano spesso le loro lingue native assieme al georgiano. Le lingue ufficiali della Georgia sono il georgiano e anche l'abcaso nella regione autonoma dell'Abcasia. Il georgiano, la lingua ufficiale, è parlata dal 71% della popolazione, il 9% parla russo, il 7% armeno, il 6% azero, e il 7% le altre lingue. Il tasso di alfabetizzazione della Georgia si dice che sia attorno al 100%.

Al principio degli anni novanta, successivamente alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, violenti conflitti separatisti sono scoppiati nelle regioni autonome dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud. Molti osseti che vivevano in Georgia lasciarono il paese, principalmente per l'Ossezia del Nord, in Russia. D'altra parte, più di 150 000 georgiani lasciarono l'Abcasia dopo lo scatenarsi delle ostilità nel 1993. Dei turchi mescheti che furono trasferiti forzatamente nel 1944, solo una piccola frazione è ritornata in Georgia a partire dal 2008.

Nel 1989 il censimento registrò nel paese la presenza di 341 000 russi etnici (il 6,3% della popolazione), 52 000 ucraini e 100 000 greci. Dal 1990 un milione e mezzo di persone di nazionalità georgiana hanno lasciato il paese. Almeno un milione di immigrati dalla Georgia risiedono legalmente o illegalmente in Russia. Il tasso di migrazione netta in Georgia è −4,54%, escludendo i cittadini georgiani che vivono all'estero. La Georgia è comunque stata abitata da immigrati provenienti da tutto il mondo fin dalla sua indipendenza. Secondo le statistiche del 2006, la Georgia riceve la maggior parte dei suoi immigrati dalla Turchia e dalla Repubblica Popolare Cinese. È presente negli ultimi anni un forte flusso migratorio dall'Iran da parte di persone oppresse dal regime iraniano (per lo più scrittori e cristiani evangelici) e di semplici uomini d'affari in cerca di nuove opportunità di guadagno[18].

La maggior parte della popolazione pratica oggi il Cristianesimo ortodosso della Chiesa Ortodossa Georgiana (81,9%). Le minoranze religiose sono le seguenti: musulmani (9,9%), apostolici armeni (3,9%), russo-ortodossi (2,0%), cattolici (0,8%). Lo 0,8% degli abitanti registrati nel censimento del 2002 ha dichiarato di essere seguace di altre religioni e lo 0,7% ha dichiarato di non appartenere a nessuna religione.

mercoledì 12 ottobre 2016

Papa Francesco in Georgia

Rassegna Stampa.



Aristocrazia Europea, asse Italia-Georgia-Russia
Coinvolti nel progetto il finanziere Ivan Drogo Inglese e l’avvocato Riccardo Preti

La Dama Bianca, così è oramai conosciuta la giovane dottoressa georgiana Lali Panchulidze, insegnante di letteratura e poetessa, appassionata di musica classica, pittura e tango, sta conquistando gli ambienti dell’arte e della nobiltà italiana.


L’avvenente signorina, rappresentante di una famiglia molto influente (nella economica, finanza e politica del suo paese), amica della famiglia reale Bagrationi di Georgia e della famiglia imperiale Romanoff di Russia (ricordiamo che la mamma del giovane zarevic George, la granduchessa Maria Vladimirova, è georgiana) è fra le più attive dame della associazione culturale Aristocrazia Europea, per la quale si occupa di PR e relazioni internazionali, in particolare con le comunità straniere slave ortodosse e cristiano orientali presenti in Italia. La nobildonna georgiana, venuta inizialmente in Italia per turismo, è, con il tempo, diventata un sicuro punto di riferimento anche per gli acquisti di qualità (moda, gioielli, arte, antiquariato e immobili) non solo per i suoi connazionali ma per tutta una selezionata e facoltosa clientela dei paesi dell’est Europa che vengono a Milano. Per questo, insieme sia ad alcuni suoi compatrioti che ad un gruppo di professionisti italiani, ha deciso di aprire una sorta di camera di commercio italo-georgiana che crei sinergie imprenditoriali e commerciali fra i due paesi, con il coinvolgimento delle relative istituzioni pubbliche.

Coinvolti nel progetto il finanziere Ivan Drogo Inglese e l’avvocato Riccardo Preti che già fanno affari con il Montenegro, il vice presidente di Aristocrazia Europea, il barone Roberto Jonghi Lavarini, il noto consulente finanziario ed editore Stefano Masullo ed il presidente di Italia-Russia, il giornalista Gianluca Savoini, esperto di geopolitica ed amico personale del presidente Vladimir Putin.

http://www.affaritaliani.it/milano/asse-italia-georgia-russia-439531.html