sabato 15 ottobre 2016

Brevi presentazione della Georgia...

La Georgia (in georgiano: საქართველო?, Sakartvelo) è uno Stato transcaucasico, affacciato sul Mar Nero e situato sulla linea di demarcazione che separa l'Europa dall'Asia, considerato, a seconda della definizione del confine tra i due continenti, come appartenente all'Europa orientale oppure all'Asia occidentale. Dal punto di vista storico-culturale la Georgia è tuttavia considerato un paese europeo. Già repubblica dell'Unione Sovietica, confina a nord e a nord-est con la Russia, a sud con la Turchia e l'Armenia, a sud-est con l'Azerbaigian, e a ovest col Mar Nero. Ha una popolazione di 4 989 000 abitanti e la sua capitale è Tbilisi.



I georgiani chiamano se stessi Kartvelebi (ქართველები), la loro terra Sakartvelo (საქართველო), e la loro lingua Kartuli (ქართული). Questi nomi derivano da un capo pagano chiamato Kartlos, considerato il padre di tutti i Georgiani. Il nome Georgia dato dagli stranieri, usato in larga parte del mondo, proviene dal greco georg – (γεωργ), che indica l'agricoltura.[11] Il termine è stato anche ricondotto al nome di San Giorgio (il santo patrono del paese), o a γεωργία (gheorghía, coltivata).[12] Il mondo antico ha conosciuto gli abitanti della Georgia orientale come Iberiani, dal regno caucasico di Iberia - confondendo così i geografi dell'antichità, che hanno pensato questo nome applicato soltanto agli abitanti della penisola iberica.

Dal punto di vista storico-culturale la Georgia è considerato un paese europeo, più controverso è se lo sia anche da un punto di vista geografico. Considerando la depressione del Kuma-Manych come confine tra Europa ed Asia, il territorio della Georgia ricadrebbe infatti nel continente asiatico, mentre nel caso si ponga tale confine lungo lo spartiacque caucasico oppure sulla linea dei fiumi Kura e Rioni, allora la maggior parte del territorio georgiano ricadrebbe anche in Europa. Molte importanti enciclopedie o pubblicazioni geografiche pongono la Georgia nel Continente europeo,[16][17] anche nel caso che si consideri una sua parte come Asia.

Il territorio dell'odierna Georgia è stato abitato con continuità fin dalla prima Età della Pietra. Durante il I millennio a.C. il territorio dell'attuale Georgia era occupato ad occidente, sul Mar Nero, dalla Colchide, la mitica terra del vello d'oro e, ad oriente, dall'Iberia. La prima menzione scritta delle tribù proto-georgiane risale al XII secolo a.C., mentre il primo regno unificato risale al IV secolo a.C.

Il Cristianesimo fu dichiarato religione di Stato nel 337 d.C. e la chiesa georgiana si proclamò autocefala, rendendosi autonoma dal patriarcato di Antiochia, già nel V secolo. L'età aurea dal punto di vista culturale, artistico, religioso e politico fu quella sotto la dinastia Bagration dall'XI secolo al XIII secolo, che fu interrotta dall'invasione dei Mongoli del 1223. Nei secoli successivi la Georgia, disintegratasi in vari staterelli, fu ripetutamente sottoposta alle invasioni rivali della Persia e della Turchia ottomana.

Nel 1783 il trattato di Georgievsk fu il primo tra uno Stato georgiano e l'impero russo; il 12 settembre 1801 quest'ultimo annesse la Georgia orientale e nel 1810 gli ultimi territori georgiani indipendenti, con la conseguente abolizione del patriarcato e dell'autocefalia della chiesa nel 1811. Nel 1878 tutti gli attuali territori georgiani facevano parte dell'Impero russo. Nel 1879 nasce a Gori, Josif Stalin, il quale segnerà la storia del suo paese, della Russia e del mondo intero.

In seguito alla prima guerra mondiale e alla rivoluzione russa, il 22 aprile 1918 l'élite nazionalista attiva dal 1890 e i menscevichi dichiararono l'indipendenza da Mosca formando con Armenia e Azerbaigian la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, con capitale Tbilisi, e il 26 maggio 1918 restaurarono lo Stato georgiano con il nome di Repubblica Democratica di Georgia; le elezioni furono vinte dai menscevichi guidati da Noe Zhordania.

Il 25 febbraio 1921 truppe sovietiche guidate dal georgiano Stalin diedero fine alla Repubblica, incorporando la Georgia all'Unione Sovietica nel 1922, nonostante una resistenza durata fino all'agosto 1924. Inizialmente parte della Repubblica socialista sovietica federativa transcaucasica, sempre con capitale Tbilisi, dal 1936 divenne autonoma come Repubblica socialista sovietica georgiana.

In seguito alla perestrojka, il 28 ottobre 1990 le prime elezioni libere del Soviet nazionale furono vinte dallo schieramento nazionalista. Rinata come stato indipendente dal dissolvimento dall'Unione Sovietica il 9 aprile 1991, in seguito al referendum del 31 marzo, che vide il 98,9% dei georgiani favorevole all'indipendenza, la Georgia ha adottato il nome di Repubblica di Georgia.

Con l'indipendenza georgiana si svilupparono conflitti separatisti nelle regioni dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud, autoproclamatesi indipendenti. Nel 2004 la Rivoluzione delle Rose ha portato al potere il presidente Mikheil Saakašvili, provocando al contempo un ulteriore allontanamento politico da Mosca. Nello stesso anno la Georgia ha cambiato il proprio nome ufficiale in Repubblica della Georgia.

I georgiani (inclusi mingreli, svani, laz e agiari) sono attorno all'83,8%, dell'attuale popolazione della Georgia che conta 4 661 473 individui (luglio 2006). Gli altri principali gruppi etnici includono gli azeri, che sono il 6,5% della popolazione, armeni – 5,7%, russi – 1,5%, abcasi e osseti. Anche altri numerosi piccoli gruppi etnici vivono nel paese inclusi assiri, ceceni, cinesi, ebrei georgiani, greci, kabardi, curdi, tatari, turchi e ucraini. In particolare, la comunità ebraica georgiana è una delle più vecchie comunità ebraiche del mondo.

La Georgia esibisce anche una significativa diversità linguistica. All'interno della famiglia delle lingue caucasiche meridionali sono parlati il georgiano, il laz, il mingreliano e lo svan. I gruppi caucasici meridionali diversi da quelli etnici georgiani parlano spesso le loro lingue native assieme al georgiano. Le lingue ufficiali della Georgia sono il georgiano e anche l'abcaso nella regione autonoma dell'Abcasia. Il georgiano, la lingua ufficiale, è parlata dal 71% della popolazione, il 9% parla russo, il 7% armeno, il 6% azero, e il 7% le altre lingue. Il tasso di alfabetizzazione della Georgia si dice che sia attorno al 100%.

Al principio degli anni novanta, successivamente alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, violenti conflitti separatisti sono scoppiati nelle regioni autonome dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud. Molti osseti che vivevano in Georgia lasciarono il paese, principalmente per l'Ossezia del Nord, in Russia. D'altra parte, più di 150 000 georgiani lasciarono l'Abcasia dopo lo scatenarsi delle ostilità nel 1993. Dei turchi mescheti che furono trasferiti forzatamente nel 1944, solo una piccola frazione è ritornata in Georgia a partire dal 2008.

Nel 1989 il censimento registrò nel paese la presenza di 341 000 russi etnici (il 6,3% della popolazione), 52 000 ucraini e 100 000 greci. Dal 1990 un milione e mezzo di persone di nazionalità georgiana hanno lasciato il paese. Almeno un milione di immigrati dalla Georgia risiedono legalmente o illegalmente in Russia. Il tasso di migrazione netta in Georgia è −4,54%, escludendo i cittadini georgiani che vivono all'estero. La Georgia è comunque stata abitata da immigrati provenienti da tutto il mondo fin dalla sua indipendenza. Secondo le statistiche del 2006, la Georgia riceve la maggior parte dei suoi immigrati dalla Turchia e dalla Repubblica Popolare Cinese. È presente negli ultimi anni un forte flusso migratorio dall'Iran da parte di persone oppresse dal regime iraniano (per lo più scrittori e cristiani evangelici) e di semplici uomini d'affari in cerca di nuove opportunità di guadagno[18].

La maggior parte della popolazione pratica oggi il Cristianesimo ortodosso della Chiesa Ortodossa Georgiana (81,9%). Le minoranze religiose sono le seguenti: musulmani (9,9%), apostolici armeni (3,9%), russo-ortodossi (2,0%), cattolici (0,8%). Lo 0,8% degli abitanti registrati nel censimento del 2002 ha dichiarato di essere seguace di altre religioni e lo 0,7% ha dichiarato di non appartenere a nessuna religione.

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